Apicectomia: ecco come funziona
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Non sei solo: il tuo dentista ti ha consigliato un’apicectomia e tra mille paroloni non hai ben chiaro di cosa si tratti. In questo articolo ti spiego in cosa consiste questa procedura e perché viene eseguita.
Cos’è l’apicectomia
Come suggerisce la parola stessa, composta da “apice” e “ectomia”, descrive la procedura di rimozione chirurgica della parte terminale della radice dentale. In realtà è più corretto parlare di chirurgia periapicale; infatti l’apicectomia è solo una parte di una serie più complessa di procedure chirurgiche che hanno l’obiettivo di risolvere una lesione periapicale.
Perché c’è bisogno di un’apicectomia
L’osso che circonda l’apice della radice può andare incontro a un’infezione. Ti sarà capitato di sentir parlare di granuloma, cisti o ascessi. Ecco, questi termini descrivono proprio la presenza di tessuto infiammato vicino alla “punta” della radice (cioè l’apice). Spesso questa infezione può essere silente e non dare fastidio, ma se si “risveglia” compaiono dolore, sia durante la masticazione ma anche continuo e intenso, gonfiore e possibili fistole.
In questi casi, la prima scelta terapeutica è la devitalizzazione del dente. Tuttavia, in alcuni casi, questa procedura non è fattibile e il dentista può optare invece per un intervento chirurgico periradicolare.
L’apicectomia può essere eseguita su qualsiasi elemento dentale, dagli incisivi e i canini (che hanno una sola radice e quindi la procedura è più semplice), fino ai premolari e ai molari, dove possono essere coinvolte anche più radici.
L’obiettivo della chirurgia periradicolare è di rimuovere i tessuti infetti intorno all’apice e promuovere così la guarigione dell’osso che circonda la radice.
Come si esegue
Come sempre, la fase iniziale è la diagnosi del dentista, che discute le varie opzioni di trattamento con il paziente. Per capire se procedere con l’apicectomia, l’odontoiatra ha bisogno di una radiografia del dente in questione.
Ecco quali sono le fasi successive:
- Somministra l’anestesia locale. In questo modo il paziente non sentirà dolore durante la procedura
- Dopo l’incisione della gengiva, il dentista procede a forare l’osso per rendere visibile la radice e i tessuti dove è presente l’infezione (in alcuni casi, dove l’osso è già riassorbito, la radice è già visibile)
- L’odontoiatra rimuove l’apice della radice (questa è appunto la vera e propria apicectomia)
- Dopo aver disinfettato con cura tutta l’area infetta, si procede a sigillare il canale della radice con dei cementi appositi per evitare che i batteri ricontaminino il dente.
- Il dentista mette dei punti di sutura nella zona dove ha inciso la gengiva, per permettere la rimarginazione della ferita.
Come comportarsi dopo un’apicectomia
Una volta svanito l’effetto dell’anestesia, potresti sentire un po’ di dolore e gonfiore. Infatti, anche se piccolo, si tratta pur sempre di un intervento chirurgico. Il dentista può quindi prescriverti dei medicinali da assumere, come antidolorifici o antibiotici all’occorrenza. Inoltre potrebbe essere utile fare degli sciacqui con un collutorio a base di clorexidina, seguendo le indicazioni dell’odontoiatra, e applicare ghiaccio nelle ore successive. Inoltre può consigliarti una dieta morbida e riposo per qualche giorno dopo l’intervento.
Anche per quanto riguarda lo spazzolino, nell’area dell’intervento è meglio utilizzare uno spazzolino post-chirurgico, che è molto morbido e permette di pulire con estrema delicatezza.
Nei mesi a seguire, se la procedura è stata effettuata con le dovute accortezze, l’osso e i tessuti intorno al dente potranno guarire (e si potrà evita la pinza da estrazione 😉).
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Dr.ssa Magda Baczak